Direttore Dipartimento di Criminologia e Psichiatria Forense UNIMEIER Milano
La Criminologia generale si concentra sulla comprensione teorica del crimine e delle sue cause, mentre la Criminologia applicata si occupa di come queste teorie possono essere utilizzate per affrontare e prevenire la criminalità nella pratica.
Entrambe le aree sono fondamentali per sviluppare una risposta efficace e informata alle sfide legate alla criminalità nella società moderna.
La criminologia è una disciplina che studia il crimine, il comportamento criminale e le risposte sociali e giuridiche al crimine stesso.
Criminologia Generale
La criminologia generale si occupa di analizzare le teorie e i modelli che spiegano le cause del crimine. Essa si concentra su diversi aspetti, tra cui:
- Teorie del Crimine: Include teorie biologiche, psicologiche, sociologiche e ambientali che cercano di spiegare perché alcune persone commettono crimini.
- Tipologie di Crimine: analizza le diverse forme di criminalità, come la criminalità violenta, i reati contro la proprietà, i reati economici e i reati informatici.
- Statistiche e Misurazione: studia le statistiche del crimine, le modalità di raccolta dei dati e l’interpretazione delle tendenze criminali.
- Fattori di Rischio: identifica i fattori di rischio individuali e sociali che possono contribuire al comportamento criminale.
Criminologia Applicata
La criminologia applicata, invece, si concentra sull’applicazione delle teorie criminologiche alla pratica.
Essa include:
- Prevenzione del Crimine: sviluppo e attuazione di strategie per prevenire la criminalità, come programmi comunitari, politiche di sicurezza pubblica e interventi educativi.
- Giustizia Penale: studio del sistema di giustizia penale, comprese le procedure giudiziarie, le forze dell’ordine e le istituzioni penitenziarie.
- Riabilitazione e Reinserimento: analisi delle pratiche di riabilitazione degli autori di reato e delle strategie per il loro reinserimento nella società.
- Ricerca Pratica: conduzione di studi e ricerche per valutare l’efficacia delle politiche e dei programmi relativi alla criminalità e alla giustizia.
La criminologia è una disciplina interdisciplinare che si avvale di contributi provenienti da diverse aree, come la sociologia, la psicologia, l’antropologia, il diritto e le scienze politiche. Questa interdisciplinarietà permette una comprensione più profonda e complessa del fenomeno criminale.
Epistemologia
L’epistemologia, ossia lo studio intorno ai principi e al metodo della conoscenza scientifica, pone appunto sul piano della conoscenza scientifica un certo numero di questioni, la cui razionalizzazione approda alla definizione dell’oggetto della criminologia.
Esso deve rispondere a tre condizioni:
- essere stato considerato un delitto lungo tutta la storia del diritto penale
- essere riconosciuto come crimine dai gruppi che costituiscono lo Stato moderno
- essere stato vissuto dal suo autore come un’aggressione contro il riconoscimento dell’altro e dei suoi diritti.
In Criminologia la teoria rappresenta un fattore di progresso e uno stimolo per la ricerca. In effetti una teoria deve necessariamente comportare delle ricerche destinate a verificarla, si dà così inizio a un processo scientifico.
In criminologia una teoria viene elaborata sulla base dei dati reperiti dai suoi settori specializzati. La sua funzione consiste nel sistematizzarli colmando i vuoti tra i diversi dati.
Una teoria criminologica, e quindi un insieme di fatti e di ipotesi, rappresenta soltanto uno strumento di lavoro destinato a dar vita a nuove ricerche. Ogni teoria è destinata a essere sostituita da un’altra, più vicina alla realtà, quando le conoscenze saranno progredite.
In epoca a noi più vicina, Guillaume De Greef supera le teorie parziali e abbozza la sistematizzazione di una teoria della personalità criminale, aprendo la strada all’approfondimento del passaggio all’atto mediante il concetto di processo criminogeno.
Guillaume De Greef (1842–1924)
Guillaume De Greef ha avuto un ruolo cruciale nello sviluppo della sociologia come scienza e nella comprensione delle dinamiche sociali che influenzano il crimine e la devianza. La sua enfasi sull’importanza delle norme, dell’evoluzione sociale e del controllo sociale ha gettato le basi per lo studio della criminologia sociologica e continua a essere rilevante per il dibattito contemporaneo su devianza e regolazione sociale
Guillaume De Greef è stato un sociologo e criminologo belga considerato uno dei pionieri della sociologia come disciplina scientifica. Ha contribuito significativamente allo studio delle dinamiche sociali e al ruolo della società nella regolazione del comportamento umano, integrando la sociologia con l’analisi della devianza e del crimine.
De Greef considerava la sociologia una scienza autonoma, orientata allo studio delle relazioni sociali e dei processi di regolazione e organizzazione della società.Sosteneva che la società potesse essere studiata utilizzando un approccio scientifico, simile a quello delle scienze naturali. Fu influenzato dall’evoluzionismo di Herbert Spencer e dalle teorie di Auguste Comte. Riteneva che la società si evolvesse secondo principi simili a quelli biologici, passando da forme più semplici e primitive a strutture complesse e organizzate. De Greef enfatizzò il ruolo della regolazione sociale come strumento per mantenere l’ordine e promuovere la cooperazione. Analizzò le norme, le leggi e le istituzioni come strumenti fondamentali per controllare la devianza e prevenire i conflitti. De Greef considerava il crimine non come un comportamento innato, ma come un prodotto delle dinamiche sociali. Sottolineò il ruolo delle norme sociali e del Riteneva che le condizioni sociali ed economiche influenzassero fortemente il comportamento deviante, anticipando in parte le teorie sociologiche moderne sulla criminalità. Credeva nell’importanza dell’educazione e delle riforme sociali come strumenti per prevenire la criminalità. Propose un approccio preventivo piuttosto che punitivo, evidenziando il ruolo della società nel creare le condizioni per il comportamento deviante.
Le sue Opere
- “Introduction à la Sociologie” (1886):
- Un testo fondamentale in cui De Greef stabilisce le basi della sociologia come scienza autonoma.
- Analizza i processi sociali e le strutture normative.
- “Le Transformisme Social” (1895):
- Un’opera che esplora l’evoluzione della società e il suo adattamento ai cambiamenti economici, politici e culturali.
- Articoli e saggi su devianza e crimine:
- De Greef ha pubblicato diversi studi sull’influenza delle norme sociali e delle istituzioni legali nella regolazione della devianza.
De Greef è stato uno dei primi a sviluppare un approccio sistematico e scientifico allo studio della società, anticipando molte delle teorie sociologiche del XX secolo. Il suo lavoro sul crimine e sulla regolazione sociale ha posto le basi per le successive teorie sociologiche della devianza. Sebbene meno noto rispetto a sociologi come Durkheim o Comte, De Greef ha contribuito in modo significativo alla professionalizzazione della sociologia in Europa.
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Dopo il 1960 si delinea una nuova tappa.
La Sociologia accademica contrappone alla Criminologia del passaggio all’atto la Criminologia della reazione sociale.
Questa si è sviluppata con lo studio dei meccanismi sociali di rifiuto. Essa ha sottolineato quanta importanza assuma l’etichettamento del delinquente operato dalla reazione sociale.
Alla delinquenza primaria si sovrappone una delinquenza secondaria che finisce per dominare la personalità del soggetto.
Questi utilizza il suo comportamento, o un ruolo a esso correlato, sia per difendersi dalle conseguenze della reazione sociale, sia per affrontare i problemi così creati, sia per adattarsi alle nuove condizioni di vita che la reazione sociale implica.
In seguito si è sviluppata la Criminologia radicale che ha dato vita a una tribuna di critica sociale attiva a senso unico contro le agenzie di controllo. Essa è approdata ad una ideologia politica che giudica la società capitalistica post – industriale alienante e ingiusta, pertanto tutto ciò che si collega direttamente o indirettamente a tale società deve essere respinto.
La Criminologia radicale ritiene che l’etichettamento poliziesco e giudiziario avvenga a danno delle classi lavoratrici.
La stessa ha avuto diffusione e ha fatto proseliti soprattutto nei paesi anglosassoni, mentre in Francia si riallaccia al pensiero dei criminologi radicali quale Michel Foucault.
Michel Foucault (1926–1984)
Michel Foucault ha trasformato il pensiero sulla devianza, sul controllo sociale e sulle istituzioni moderne. Le sue opere rimangono un punto di riferimento per chiunque voglia comprendere il legame tra sapere, potere e società. Nonostante le critiche, il suo lavoro è fondamentale per analizzare le questioni contemporanee relative a sorveglianza, biopolitica e diritti umani
Michel Foucault è stato un filosofo, storico e teorico sociale francese, noto per le sue analisi critiche delle istituzioni sociali, come la prigione, l’ospedale e la scuola, e per la sua esplorazione delle relazioni tra potere, sapere e controllo sociale. Il suo lavoro ha avuto un impatto profondo su molte discipline, tra cui la criminologia, la sociologia e la filosofia politica.
Foucault sostiene che il potere e il sapere siano interconnessi: il potere non si limita a reprimere, ma produce sapere, e il sapere, a sua volta, rafforza il potere.
- Micropolitica del potere:
- Il potere non risiede solo nello Stato o nelle autorità, ma permea tutte le relazioni sociali.
- Funziona attraverso pratiche quotidiane e istituzioni che disciplinano i corpi e le menti.
- Dispositivi di sapere e potere:
- Le istituzioni come prigioni, scuole, ospedali e manicomii sono dispositivi che producono conoscenza e disciplinano i comportamenti.
Foucault analizza come le società moderne disciplinano gli individui attraverso meccanismi di controllo.
- Sorveglianza e punizione:
- Nel libro “Sorvegliare e punire” (1975), Foucault descrive come le prigioni e altre istituzioni disciplinari abbiano trasformato il modo in cui la società esercita il controllo.
- Il modello del “Panopticon”, una prigione progettata per garantire sorveglianza costante, diventa un simbolo della moderna società di controllo.
- La nascita della disciplina:
- Nelle società premoderne, il potere si esercitava attraverso la violenza pubblica, come torture ed esecuzioni.
- Con la modernità, il potere diventa più sottile, agendo attraverso la sorveglianza, la normalizzazione e l’addestramento dei corpi.
Foucault applica la genealogia (metodo storico-critico influenzato da Nietzsche) per mostrare come le definizioni di crimine e devianza siano costruzioni sociali. La criminalità non è un fatto naturale, ma un concetto prodotto da pratiche legali e istituzionali.
Le società moderne cercano di “normalizzare” gli individui piuttosto che punirli in modo esemplare.
Foucault esplora come i devianti siano stati trasformati in oggetti di studio scientifico, dal criminale al malato mentale. Nel tardo lavoro di Foucault emerge il concetto di biopolitica: il modo in cui il potere si esercita sulla vita biologica delle popolazioni.
Il potere moderno si concentra sulla regolazione della vita (nascite, salute, mortalità) piuttosto che sulla morte. Le istituzioni governano le popolazioni attraverso politiche che promuovono salute, igiene e ordine sociale. Attraverso la biopolitica, il potere cerca di ottimizzare e gestire la vita collettiva, rendendo le persone più docili e produttive.
Opere Principali
- “Sorvegliare e punire” (1975):
- Analizza l’evoluzione del sistema penale e il passaggio dalle punizioni pubbliche alla disciplina interna.
- Introduce il concetto di Panopticon come metafora della moderna società di controllo.
- “La volontà di sapere” (1976):
- Esplora il legame tra potere, sapere e sessualità, gettando le basi per il concetto di biopolitica.
- “Nascita della clinica” (1963):
- Analizza come l’istituzione medica sia emersa come luogo di potere e conoscenza.
- “Storia della follia” (1961):
- Esplora il trattamento della follia nella storia, rivelando come il manicomio sia uno strumento di controllo sociale.
Foucault ha cambiato il modo in cui pensiamo alle prigioni, vedendole come strumenti per creare cittadini disciplinati piuttosto che semplicemente per punire. Il suo lavoro ha influenzato le teorie sulla criminalità come prodotto di discorsi e istituzioni piuttosto che come deviazione “naturale”.
Ha anticipato i dibattiti contemporanei sulla sorveglianza di massa e il controllo sociale attraverso la tecnologia.
Le critiche mosse sono riferite alle sue analisi che sono spesso considerate troppo astratte e difficili da applicare a problemi pratici. Alcuni critici sostengono che Foucault non lasci spazio per resistenze efficaci al potere. Foucault analizza il potere e il controllo, ma offre poche indicazioni su come superarli.
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Quest’ultima teoria ha causato reazioni, in particolare negli Stati Uniti, dove la ricerca comincia a scoprire nuovamente il problema della personalità criminale.
Vi sono quindi le condizioni per una nuova sintesi criminologica.
Una possibile via per arrivare a tale sintesi può consistere nella ricerca dei legami tra personalità criminale e società criminogena.
Il problema consiste nel sapere se la nostra società possa favorire lo sviluppo delle personalità criminali producendo stimoli che fanno esplodere, in una parte della popolazione, tendenze latenti ed incerte.
A questo legame tra personalità criminale e società criminogena se ne può aggiungere un altro, quello tra società criminogena e società repressiva .
Certamente i fattori che danno alla nostra società un carattere criminogeno esercitano poi la loro influenza sulla reazione sociale suscitata dal fenomeno criminale.
La criminologia utilizza i metodi di carattere documentario, psicosociale, etnologico, clinico, sperimentale e le tecniche organizzative e di trattamento statistico dei dati che vengono comunemente usati dalla ricerca nell’ambito delle scienze umane.
Criminografia
La criminalità è conosciuta, almeno in parte, attraverso le statistiche criminali, la cui finalità essenziale consiste nell’informare sul funzionamento della giustizia penale.
Esse permettono di osservare la notevole differenza che esiste tra la criminalità palese e la criminalità considerata dalla legge. Occorre anche rilevare che la criminalità palese non coincide interamente con la criminalità reale; è quindi prudente, allo stato attuale delle cose, evitare di annettere un’eccessiva importanza alla descrizione statistica della criminalità, e in particolare è opportuno astenersi da ogni confronto tra la situazione criminale dei diversi Paesi.
Se l’estensione della criminalità non può essere determinata con certezza, possono esserlo invece le forme del crimine che si dividono in:
Forme collettive ossia crimini attuati dalle folle quali linciaggi atrocità commesse durante cataclismi, epidemie e guerre, violenze durante le manifestazioni sportive e le rivolte studentesche, terrorismo che talvolta si esprime in atti collettivi specie durante le sommosse.
Attività di gruppo quali criminalità delle bande o banditismo di professione ( che occorre distinguere dal banditismo spontaneo in continuo sviluppo); crimine organizzato , praticato da organizzazioni criminali attraverso il racket e l’offerta al pubblico di servizi illegali come l’alcol quando è proibito, il gioco d’azzardo, la prostituzione e la droga; crimini dei colletti bianchi , caratterizzati dalla violazione sistematica delle leggi preposte alle attività delle società commerciali ed industriali.
Attività individuali che si collocano sotto il segno del comportamento primitivo quali violenze ingiurie, calunnie, rapine nei negozi, aggressioni notturne; pseudo giustizia quali omicidi passionali e crimini politici; comportamento utilitario quali omicidi per ricavare un utile, personale di fiducia che sottrae fondi; organizzazione quali professionisti non affiliati a una gang che praticano borseggi, furti di gioielli furti negli alberghi, truffe, falsi.